Lo stampaggio.
Il giusto metodo di stampaggio non può prescindere da alcuni fattori fondamentali:
il budget di spesa
il numero di pezzi da produrre
flessibilità produttiva
il materiale da stampare
le caratteristiche del prodotto che si vogliono ottenere:
- stabilità e resistenza strutturale
- dimensioni
- spessore
- precisione
- complessità della forma
Chi come noi da decenni opera nel campo e ha seguito la progressione delle nuove tecnologie di produzione, sa perfettamente valutare le esigenze della clientela, dal supporto per la scelta dei materiali alla prima realizzazione di prodotto.
Le tecniche di stampaggio che più frequentemente utilizziamo:
Termoformatura
Stampaggio rotazionale
Soffiaggio
Stampaggio ad iniezione
Stampaggio a bassa pressione
Termoformatura.
E' una tecnica per lo stampaggio a caldo di materie plastiche tramite pressione o aspirazione sotto vuoto (vacuum).
Si usa questo processo per formare prevalentemente particolari di grandi dimensioni e con geometria piana, laddove la costruzione di uno stampo ad iniezione si rivelerebbe troppo onerosa.
Un vantaggio della termoformatura è la possibilità di stampare anche spessori molto sottili.
Nella termoformatura la lastra di polimero, riscaldata a temperatura di poco superiore alla transizione vetrosa, viene inviata in corrispondenza di una cavità contenente lo stampo ed ivi fatta aderire.
L'aderenza allo stampo si può ottenere per pressione, grazie ad un controstampo o grazie alla pressione esercitata dall'aria, oppure per sottovuoto, cioè la lastra preriscaldata va ad adagiarsi sullo stampo tramite aspirazione.
Il particolare termoformato viene poi estratto dallo stampo subito dopo il raffreddamento.
Rispetto allo stampaggio ad iniezione il ciclo di termoformatura è più lungo: si tratta quindi di una tecnologia idonea per formare piccole o medie quantità.
Stampaggio Rotazionale.
Lo stampaggio rotazionale viene utilizzato per produrre in un unico pezzo parti di plastica aventi forme complesse. Già in uso negli anni '50, questa tecnologia crea soprattutto oggetti cavi di piccole e grandi dimensioni, ad esempio: palline da ping-pong, volute di ventilatori, serbatoi di gran capacità.
Il processo avviene tramite la rotazione dello stampo e la conseguente centrifugazione della massa da stampaggio, che in tal modo viene a distribuirsi sulla superficie interna della cavità dello stampo.
Il materiale da stampare è generalmente Polietilene.
Altri materiali possono essere Cloruri di Polivinile (PVC), Policarbonato, Poliesteri e Poliammidi.
Nel processo di stampaggio rotazionale si distinguono quattro fasi principali:
Soffiaggio.
Questa tecnica è adatta alla realizzazione di serbatoi, bottiglie e generalmente di contenitori per liquidi. Si costruisce allo scopo uno stampo ad iniezione per ottenere un oggetto chiamato “parison”. Il parison viene collocato nella macchina a soffiare: a questo punto si inietta un gas in pressione che gonfia il materiale plastico, facendogli assumere la forma dello stampo. Il materiale plastico, per effetto dell’espansione, subisce uno stiramento, ragione per cui il particolare stampato presenta pareti di spessore variabile. Per ovviare a questo inconveniente si può partire da un parison avente spessore di parete crescente nel senso della direzione del soffiaggio, oppure facendo in modo che vi sia un cambiamento di spessore in prossimità di una variazione di diametro del pezzo definitivo. Con questa tecnica è possibile formare facilmente contenitori altrimenti di più complicata e costosa realizzazione.
Stampaggio ad iniezione ad alta pressione.
Lo stampaggio ad iniezione è un processo di fusione che consiste nell’iniettare una massa di polimero allo stato fluido entro uno stampo.
L'iniezione avviene generalmente a pressioni elevate ed a temperature che consentono lo scorrimento del materiale plastico in apposita unità della pressa stessa. Gli appositi stampi vengono tenuti chiusi idraulicamente o meccanicamente nelle presse per lo stampaggio.
La macchina che realizza tale processo è detta pressa ad iniezione, ed è composta dalle seguenti parti:
Stampaggio a bassa pressione.
Lo stampaggio a bassa pressione presume comunque un processo di fusione e può anche prevedere l'utilizzo di punti di iniezione. Le differenze, rispetto al precedente processo sono visibili nel livello un po' più basso di finitura del prodotto, nello spessore più grosso e nella minor precisione, ma trova una compensazione in termini di costi più bassi.
L'uso della bassa pressione permette ad esempio l’utilizzo di stampi in alluminio, semplici e a basso costo e per questi motivi è una tecnologia adatta a produzioni numericamente importanti.
I materiali usati in questa tecnologia sono ovviamente diversi rispetto ad un'iniezione ad alta pressione.
Il poliuretano , nelle sue mille varianti, si presta a moltissime soluzioni. E' versatile ed offre vari livelli di compattezza e rigidità. E' un materiale altamente tecnico che lo rende particolarmente competitivo anche nello stampaggio ad alta pressione.
Il polietilene espanso è un altro materiale comunemente usato nello stampaggio a bassa pressione e da AMV Design ampiamente sperimentato.
Polietilene espanso tipo EVA
Materiale sintetico espanso lavorato a base del copolimero E.V.A. (etilene vinil-acetato) modificato, stampabile mediante iniezione con cui si possono realizzare una vasta gamma di prodotti espansi: